Frutta martorana e pupi di zucchero

Buona serata a tutti..!! 8

Come vi sarete accorti, l’Autunno è ormai inoltrato e la stagione delle piogge ha regalato disastri e nubifragi un po’ dappertutto.

Anche oggi piove, ma fra pochi giorni, qualunque saranno le condizioni meteorologiche, sarà  il giorno della Festa dei Morti, che al mio paese è molto sentita e si usa festeggiare regalando ai bimbi vassoi di frutta martorana e pupi di zucchero.

La Festa dei Morti in Sicilia ha un’ origine antichissima, vuole rafforzare il legame con gli avi, con le proprie origini: insomma per non dimenticare chi siamo e per ricordare chi ci ha voluto bene e ci ha generato.

In particolar modo si vuole insegnare ai bambini a non aver paura della morte: i defunti sono figure delicate e gentili, non zombie spaventosi.

Di solito sono i bisnonni o i nonni, che non hanno dimenticato i nipotini e portano loro in dono i frutti di pasta reale: un tripudio per la vista e l’olfatto, coloratissimi, al profumo di vaniglia e cannella.

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Foto scattata da mio figlio

Sono un po’ dolci, ma nella versione casalinga il quantitativo di zucchero è inferiore rispetto alla farina di mandorle, il che li rende anche più morbidi e gradevoli.

Di seguito vi riporto la  ricetta, nel caso qualcuno di voi decidesse di dare una connotazione diversa a questa ricorrenza.

Ingredienti

Farina di mandorle gr. 500

Zucchero a velo vanigliato gr. 300

Acqua 1 tazzina da caffè a temperatura ambiente

Essenza di vaniglia 3 gocce

Essenza di mandorla amara 3 gocce

Cannella 1 pizzico

Amido

Coloranti alimentari in polvere ( rosso, verde, giallo, marrone, in base alla frutta che si sceglie di creare)

Foglie e piccioli ed altre decorazioni si trovano in vendita nei negozi di forniture per pasticcerie

Stampini raffiguranti la frutta

Pennelli

Preparazione

Versare l’acqua in una pentola, aggiungere lo zucchero a velo vanigliato e porre su fiamma bassa, mescolando.

Appena lo zucchero si scioglie, aggiungere nel tegame  la farina di mandorle, la vaniglia, 3 gocce di essenza di mandorle amare,  3 gocce di cannella e mescolare bene il composto con un cucchiaio di legno, fino a quando si stacca dalle pareti della pentola.

Versare l’impasto su di un piano da lavoro come il marmo, lasciare raffreddare e impastare con le mani fino a renderlo liscio e morbido.

Ora suddividere il panetto ottenuto  in 3 pezzi, formare delle palline e far  riposare in luogo fresco per 24 ore.

Trascorso il tempo, impastare nuovamente la pasta e distribuirla negli stampini cosparsi di amido, pressando per farla meglio aderire.

Sformare la frutta martorana e farla asciugare per 2 giorni, sempre in luogo fresco; indi diluire in poca acqua il colore giallo, spennellare i fruttini, fare asciugare almeno per 1 giorno e completare con i colori adatti.

L’altro regalo tipico della tradizione, come ho prima accennato, sono i pupi di zucchero,  statuette di zucchero dipinte, che ritraggono i Paladini di Carlo Magno.

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Immagine tratta da Internet

Tantissime sono le varianti, ecco una delle ricette per prepararli.

Ingredienti:

Zucchero  kg 2

Glucosio gr 250

Succo di  limone  cucchiai 2

Acqua lt.1/2

Colori alimentari vegetali ( secondo il gusto)

Olio di mandorle

Stampini raffiguranti i Paladini di Carlo Magno

Pennelli

Preparazione:

Versare in una pentola lo zucchero e farlo sciogliere con l’acqua; portare il composto ad ebollizione mescolando continuamente.

Aggiungere dunque il succo di limone e il glucosio, continuando sempre a mescolare.

Lasciare sul fuoco fino a che, immergendo un cucchiaio di legno, si vedrà formarsi una grossa bolla sulla punta del mestolo.

Togliere dal fuoco e fermare la cottura immergendo in acqua fredda.

Nel frattempo ungere gli stampini con l’olio di mandorle e versarvi il composto.

Far rassodare nel forno a circa 130°; quando saranno della giusta consistenza, toglierli dal forno.

Farli raffreddare e decorarli a piacere con i colori vegetali.

Naturalmente in Sicilia per tale festività ci sono altre ricette locali, particolarmente suggestive, come  i crozzi ‘i mottu, ovvero le ossa di morto;

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Immagine tratta da Internet

 i tetù bianchi e marroni,  i primi velati di zucchero, i secondi di polvere di cacao;

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Immagine tratta da Internet

  gli n’zuddi, biscotti tipici a base di farina, zucchero, mandorle, cannella;

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Immagine tratta da Internet

i pipareddi, biscotti tipici a base di farina, zucchero,  mandorle tostate, scorza di arancio, miele, chiodi di garofano e pepe.

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Immagine tratta da Internet

Ora vi lascio, spero vi sia piaciuto il mio articolo sul nostro Halloween regionale; mi piacerebbe però sapere quali sono le usanze delle vostre regioni.  105

52 commenti Aggiungi il tuo

  1. Giuliana ha detto:

    bravissima! ricette perfette! 😃

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    1. Grazie carissima..detto da te..che sei conterranea..e sicuramente esperta..mi fa veramente molto piacere..!! 🙂

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  2. Cose da V ha detto:

    Complimenti… Ps: ho sempre trovato interessante il modo in cui la tradizione siciliana esorcizza la paura della morte!

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    1. Grazie per i complimenti..!! 🙂
      Si..molti pensano che sia macabra o di cattivo gusto..in realtà..come tu stessa affermi..è un modo intelligente per esorcizzare la morte e nello stesso tempo sottolineare la corrispondenza tra i vivi e i morti..!! 🙂

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  3. Guido Sperandio ha detto:

    Non detestarmi se mi limito a guardare le figure. Non che non sappia leggere ma lascio all’altra metà del cielo il grembiule di cucina.
    E tra le figure, mi è piaciuta molto la prima dall’alto (dida: foto del figlio), intensa e viva, sì… colori forti del Sud 🙂

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    1. Carissimo Guido, oltre le ricette di cucina..ho altri articoli nel blog..come poesie..racconti di viaggio..moda..arredamento..vintage..tradizioni.
      Perché non gli dai un’occhiata?
      A te l’augurio di un buon pomeriggio

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      1. Guido Sperandio ha detto:

        Ma c’hanno le figure? 🙂

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      2. Guido Sperandio ha detto:

        Scherzavo, chiaramente. Avevo appena scritto sopra, sempre scherzando, che del post avevo guardato le figure. Come i bambini e gli analfabeti e gli immigrati che non conoscono l’italiano. Ripeto: scherzavo.

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    2. Dimenticavo..a me il tuo blog piace..!! 🙂

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  4. MMM che dolci deliziosi, lo scorso anno avevo postato anch’io i dolci tipici di questa ricorrenza…da noi i dolci tipici sono le fave dei morti (biscotti aromatizzati all’anice), e La piada dei morti

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    1. Cos’è la piada dei morti?

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      1. Beh da noi usa la famosa “piadina” e quella dei morti è una versione dolce con aggiunta di uvetta, pinoli, noci e mandorle

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      2. Mmmm..tutti ingredienti che mi piacciono e di cui faccio grande uso..!! 🙂
        E’ proprio vero..paese che vai..usanza che trovi..!! 🙂

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      3. se vuoi domani ti posto la ricetta….

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      4. Grazie..mi fa molto piacere..!! Sei veramente gentile..!! 🙂

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      5. a domani allora 🙂 buonanotte

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      6. Buonanotte e sogni d’oro..!! 🙂

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      7. Mia cara. .non so perché..ma il cellulare non mi fa leggere il link. .spero domani. .quando sarò a casa. .di poterlo leggere al pc. .!!
        Grazie per la gentilezza e disponibilità. .!! ☺

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      8. di nulla…buona serata 🙂

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      9. Carissima..forse c’è un errore nel link..perché non mi fa accedere neanche dal pc..!!
        Ti auguro una splendida settimana..!! 🙂

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      10. soliti intoppo con WP….comunque la trovi tra gli ultimi post del mio blog 🙂

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  5. In Liguria ho letto che era un tempo tradizione di preparare un pranzo con “le tre B”, bacilli (ossia fave), baccalà e balletti, ossia castagne bollite, però era anche tradizione cucinare un “animale con il becco”, dunque pollo, tacchino o faraona. Per dolci si usavano le ossa dei morti (chiamate a volte fave dei morti), biscotti a base di mandorle, talvolta pinoli, cannella e altro. I bambini andavano di casa in casa (già ai tempi!) a chiedere prelibatezze come fichi secchi o anche fave o castagne. Pare che ci fosse anche almeno in alcune zone l’uso di travestirsi da angeli o diavoli. Da tempo però (molto prima di Halloween) queste usanze da noi si erano perse, tranne forse quella dei dolcetti a forma di “dita di morto” che si trovano però un po’ dovunque, mi pare.
    L’idea di “giocare con la morte”, nelle sue varie forme, appartiene un po’ a tutti, secondo me, i bambini in generale adorano scherzarci perché gli serve per esorcizzarla, essendone anche molto spaventati, di solito.
    La notte di Halloween (che in realtà significa proprio “Hallows’ Eve”, cioè vigilia di Ognissanti) ha proprio quello scopo di avvicinare il mondo dei vivi a quello dei morti, ricordare i propri cari che non ci sono più, immaginare che i confini possano in quella notte essere annullati e che si possa assomigliare un po’ più gli uni agli altri.
    sarà perché io comunque sono mezza inglese (non americana peraltro), ma credo che per fortuna le nostre culture siano tutte sempre in movimento e fatte di tanti ingredienti di varia provenienza che si incontrano, si incrociano, si mescolano e prendono gli uni dagli altri (la stessa tradizione americana in realtà deriva da riti irlandesi e in parte francesi).
    Bellissime le tue immagini e le tue ricette!

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    1. Grazie mia cara..la tua risposta è veramente molto interessante ed esaustiva..sottolinea tra l’altro l’incontro tra le culture e le tradizioni locali. In effetti particolare è l’usanza comune dei biscotti a forma di ossa di morti..probabilmente per esorcizzare la paura della morte..un po’ come quando gli uomini del Paleolitico.. con dipinti rupestri raffiguranti animali di grossa taglia.. cercavano.. attraverso il transfert.. di trovare il coraggio di ingaggiare una lotta con una fiera.

      Ti auguro una bella serata e grazie ancora..!! :*

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      1. Grazie, altrettanto a te!

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  6. time2lifestyle ha detto:

    Complimenti per l’articolo!! Che belle tradizioni avete e che ricchezza di colori nella cucina. Non penso avrò mai il tempo di riprodurre quelle meraviglie culinarie ma comunque grazie anche per le ricette.

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    1. Grazie per i complimenti..in effetti la Sicilia presenta una gamma variegata di tradizioni..a seguito delle numerose invasioni a cui è stata assoggettata.
      Dalle tue parti cosa si usa per tale ricorrenza?

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      1. time2lifestyle ha detto:

        A parte la messa e la visita al cimitero non ricordo particolari tradizioni. Chiederò a mia mamma informazioni. Penso comunque si usino anche qui i biscotti con mandorle e anice chiamati ossa dei morti, anche se qualcuno mi ha detto che il significato è ossa da mordere. Nel nostro dialetto le due cose sono scritte quasi nello stesso modo “oss dai mort” ed “oss da mord” quest’ultimo perché sono duri e si devono mordere.

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      2. I biscotti “ossa di morti”..mi sembra di capire..sono una costante tra le varie tradizioni regionali..

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  7. ma dai che ho scoperto che sei siciliana allora? … mio marito è di origine siciliana ♥ kiss

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    1. Si..sono siciliana.
      Buona giornata Rosa..kiss anche a te..!! 🙂

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  8. missiswhite ha detto:

    Bonjour, folata, vengo a leggermi qualche ricettina che mi fa venire l’acquolina in bocca (durante una vacanza in Sicilia di dieci giorni ho preso tre chili). Ho poco tempo in queste settimane, ma un saluto a te lo faccio senz’altro.

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    1. Grazie missiswhite..noto che anche le vedove sono sensibili ai sapori..;)
      Buona settimana..!! 🙂

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  9. worldphoto12 ha detto:

    I miei più sinceri complimenti, bellissimo articolo, tramandare alle nuove generazioni le nostre tradizioni.

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    1. Grazie..mi fa molto piacere che apprezzi..ti auguro la buonanotte. .!!

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  10. Ainafets ha detto:

    Questa mattina ho fatto una riflessione! A casa mia la “festa dei morti” dura tre giorni!
    Già, Tre, perchè uno era troppo poco.
    A noi siciliani piace esagerare! 😀
    Il primo giorno, armati di scopa e paletta, avviene “la pulizia della tomba” che puntualmente è coperta di foglie..(si trova proprio ai piedi di un albero -.- ). Il giorno successivo invece si fa il cosiddetto “giro”, lasciando lumini e fiori ai conoscenti e parenti che ci hanno lasciato. Infine il terzo giorno , il due Novembre, c’è la vera e propria commemorazione dei defunti e per tradizione si va al cimitero per passare qualche ora ricordando i nostri cari..
    Non è mancata di certo la frutta martorana ad addolcire questo giorno… e poi, con grande sorpresa ho ricevuto uno splendido e diabetico regalo.. un pupo “Bart” di zucchero! Ringrazio la folata di vento caldo che me l’ha dolcemente portato =)

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    1. Alla folata di vento caldo dispiace di aver trovato solo un pupo Bart..mentre desiderava regalarti un bel Paladino di Francia..magari Roland..!! 😉
      Belle le tue considerazioni sulle nostre tradizioni legate alla commemorazione dei defunti..!! 🙂

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      1. Ainafets ha detto:

        Va bene Bart! =) a me piace tantissimo!!

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      2. Buongiorno carissima..!! 🙂

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      3. Ainafets ha detto:

        un bacione :*

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      4. Buona serata..!! 😉😉😉

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  11. joannapgr ha detto:

    Great post and recipes!!! It’s always interesting to talk about traditions!!! We have the All Souls Day here in Greece that is always on Saturday, but nowadays they keep the tradition of sweets only in the villages. Wish you a beautiful night and a happy Wednesday!!!

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    1. Thanks for the comment my cara..I hope there are errors..i am translating into English with google translator.
      A hug and have a good day..!!

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  12. infosearchblog ha detto:

    Bellissimo leggere qualcosa che parla della nostra terra…splendida Sicilia

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  13. Italo Bonassi ha detto:

    Interessante la tua descrizione delle usanze per il giorno dei morti.
    da noi un tempo, si racconta, i contadini la notte del 2 novembre mettevano sul tavolo del cibo e delle bevande perché i morti se ne potessero servire nella loro visito in quella che era stata la loro casa. Poca cosa, del pane, delle fette di polenta, qualche mela e una bottiglia
    lasciata aperta di vino. E non chiudevano a chiave l’uscio di casa, perché potessero entrare
    ( adesso chi si fiderebbe? Potrebbero morire di fame, i nostri poveri morti, con gli usci bene chiusi con diversi giri di chiave )

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    1. Bellissimo racconto..concordo con te sui timori per la nostra sicurezza: non siamo più sicuri nè in casa né fuori..!! 😦

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  14. Italo Bonassi ha detto:

    NB dì all’ amico Guido che non si scrive c’hanno, grosso errore di grammatica ( perché si legge canno, voce del verbo cannare ) bensì: ci hanno. Non si toglie la i e non si mette al suo posto l’apostrofo. Un errore caratteristico, assai frequente, dei giornalisti, nato da una famosa frase dell’ex pubblico ministero Antonio Di Pietro in una velina spedita ai giornali: E chi cìazzecca?.

    Voce del verbo cazzeccare

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    1. Ahahahahah..sei forte Italo..!!
      Dillo tu a Guido.. 🙂 🙂 🙂

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  15. Italo Bonassi ha detto:

    Mi correggo. E chi c’azzecca?

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